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Lunedì 4 febbraio 2013 si è spento il professor Giuseppe Pierazzini, ordinario di Fisica sperimentale a riposo e già direttore della Sezione pisana dell'INFN. Come presidente del Centro SerRA, il professor Pierazzini può essere considerato come il "padre" della rete in fibra ottica dell'Ateneo. Lo ricordiamo pubblicando il profilo del professore scritto dall'amico e allievo Flavio Costantini.

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pierazziniIl professor Giuseppe Pierazzini, già ordinario di Fisica al dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, era in quiescenza da poco più di un anno.

Nel corso della sua lunga carriera ha svolto un ruolo molto attivo nella Fisica sperimentale delle particelle elementari agli acceleratori. Responsabile di gruppi di ricerca inseriti in collaborazioni internazionali, prima presso il Laboratorio Internazionale di Protvino, vicino Mosca, e successivamente al Cern di Ginevra. Ha svolto la sua attività di ricerca nell'ambito dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, inizialmente come responsabile scientifico locale di una linea di ricerca della Sezione INFN di Pisa e successivamente come direttore dal 1992 al 1998.

In qualità di direttore ha contribuito in modo rilevante allo sviluppo della Sezione INFN di Pisa con una forte e decisiva spinta iniziale per la realizzazione del laboratorio di ricerca per la rivelazione di onde gravitazionali Virgo a Cascina, che attualmente è il più grande in Europa. In quegli anni ha inoltre potenziato la Sezione INFN dotandola di laboratori tecnologicamente avanzati per la costruzione di moderni rivelatori al Silicio.

Il professor Giuseppe Pierazzini si è sempre profuso nel trasferire all'insegnamento, in particolare nei corsi di Laboratorio di Fisica, l'esperienza accumulata nella ricerca, e spesso anche la strumentazione utilizzata.

Organizzatore instancabile, come esperto di calcolatori e di reti, è stato il principale animatore e promotore del Progetto SerRA che, precorrendo i tempi, ha progettato e realizzato una rete in fibra ottica di collegamento tra le strutture universitarie pisane, quelle cittadine come il Comune e l' ASL, e le reti di ricerca nazionali e internazionali.

Negli ultimi anni si è inoltre interessato allo sviluppo della Ludoteca Scientifica (LUS) di Pisa, per dotare la città di una struttura concepita per avvicinare alla scienza gli studenti delle scuole inferiori e superiori, in modo diverso e complementare alla didattica tradizionale.

Grazie alla sua straordinaria capacità organizzativa, il professor Pierazzini è riuscito in questi ultimi anni a dirigere e far crescere la LUS come istituzione presso la quale molti ricercatori hanno potuto sperimentare nuovi modi di divulgazione scientifica, offrendo un esempio di riuscita alleanza tra Accademia e territorio.

Fa piacere ricordare il professor Pierazzini con le parole usate dal direttore di GARR (La rete Nazionale della Ricerca): "La carica, l'entusiasmo e la lungimiranza del professor Pierazzini sono indimenticabili e hanno lasciato segni tangibili in molti aspetti tra cui certamente quelli della storia e dell'evoluzione delle reti."

Flavio Costantini
docente di Fisica sperimentale 

Francesco CappèPer lui è stata sicuramente un'esperienza "cambia vita" che, dopo la laurea all'Università di Pisa e 12 anni come funzionario dell'ONU, lo ha ispirato a sviluppare "garagErasmus", la prima Fondazione europea che mira a mettere in rete oltre 3 milioni di ex Erasmus: Francesco Cappè (a destra), 41 anni, insieme al co-fondatore Marco Mazzini (in basso a destra) e a un gruppo di ex Erasmus e professionisti, ha creato un progetto la cui sfida è ora legare il "network Erasmus" a processi di innovazione e sviluppo in Europa. "Se l'Erasmus è stato protagonista assoluto e unico dell'educazione della prima generazione di cittadini europei - spiega Cappé - allora ha tutte le carte in regola per essere un processo di aggregazione e sviluppo economico formidabile in un'Europa politica che balbetta e con la più grave crisi economica del dopo guerra in corso. La Fondazione ha l'obiettivo di far sprigionare questa energia presente nella nostra società".

"garagErasmus", nata ufficialmente a dicembre 2012 dopo la presentazione al Parlamento Europeo e con il sostegno decisivo della Presidenza della Regione Toscana, ha già lanciato alcune iniziative di grande richiamo e attualità, come #erasmusvote, una raccolta fondi per far rientrare gli Erasmus italiani affinché possano votare alle prossime elezioni, e l'applicazione Check-In Europe (visibile su www.garagerasmus.org) che mira a spettacolarizzare e rendere visibile ovunque il formarsi del network degli ex Erasmus e di chi ha usufruito di mobilità studentesca in Europa.

logo garagErasmus Francesco Cappè ha studiato presso l'Università di Pisa, ha fatto l'Erasmus presso l'Università di Deusto a Bilbao e ha fatto la tesi di diritto internazionale in Irlanda. Si è poi specializzato in relazioni internazionali all'Università di Firenze. I primi passi professionali Cappè li ha però mossi proprio con l'Ateneo pisano, dove, nel 1999 ha ideato e sviluppato, con contratto di ricerca, il progetto congiunto con il Comune, dello sportello dei diritti umani/Human rights center, trasferendo l'idea dai modelli presenti in Irlanda. Ha ricoperto poi l'incarico di vice direttore del Centro fino al 2003, autorizzato nell'incarico dalle Nazioni Unite di cui nel frattempo era diventato funzionario.

Marco MazziniMa dove è nata l'idea di "garagErasmus"? "L'iniziativa prende le mosse dal libro "Generazione Erasmus: l'Italia dalle nuove idee" pubblicato da un gruppo di ex Erasmus nel maggio 2011 – spiega Cappè - Questo fu il primo libro in Italia che parlò in chiave sociale e politica di "Generazione Erasmus". I feedback ricevuti furono tanti e tali che ci si rese conto che mancava in tutta Europa un database di chi aveva fatto l'Erasmus, contemporaneamente furono confermati un fortissimo spirito europeista e di appartenenza tra chi aveva vissuto questa esperienza".

Francesco Cappè, Marco Mazzini, anche lui studente dell'Università di Pisa ed ex Erasmus a Parigi, supportati da un gruppo di ex Erasmus con esperienze professionali diverse, hanno creato quindi i presupposti per la nascita della Fondazione garagErasmus. A questa avventura hanno partecipato anche Marcello Di Filippo, docente di Diritto internazionale all'Università di Pisa, Erasmus nel 1992 e co-autore del libro, e la professoressa Ann Katherine Isaacs, Ambasciatrice Erasmus per l'Italia nel 2012, consigliere del CDA della Fondazione.

Convegno donneSi è svolto lunedì 4 febbraio, nell'Aula Magna del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, il convegno dal titolo "I numeri delle donne nell'Università di Pisa. carriere, rappresentanza e saperi". La giornata, a cui hanno partecipato figure istituzionali della politica nazionale e locale, esponenti delle università italiane e straniere ed esperti del settore, si è incentrata, tra l'altro, sulla presentazione del volume "Le pioniere del sapere agrario", quasi una storia al femminile della facoltà pisana di Agraria, e sulla consegna degli attestati di merito ai giovani talenti femminili dell’Ateneo. 
Pubblichiamo di seguito un estratto della relazione della professoressa Rita Biancheri, che ha presentato i dati aggiornati del monitoraggio delle carriere femminili nell'Università di Pisa.

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Introduzione

Al fine di fornire un quadro il più possibile completo della distribuzione per sesso e per carriere nei diversi ambiti lavorativi dell’Ateneo di Pisa, è necessaria una prima indagine quantitativa di tipo conoscitivo delle distinte componenti presenti nella nostra università: personale docente e tecnico-amministrativo. I dati ottenuti ci permettono di cogliere la presenza femminile nel suo complesso, pari al 47% (1.474 donne su un totale di 3.163 persone) e di verificare la diversa distribuzione per profili professionali.

Se per la categoria docenti è maggioritaria la componente maschile su quella femminile (pari al 33%), per quella del personale tecnico-amministrativo è vero l’inverso, si presenta un alto tasso di femminilizzazione e una evidente disomogeneità tra i due sottouniversi.


Il personale docente

Il personale docente delle università italiane è composto per circa il 60% di docenti di ruolo e per il restante 40% di docenti a contratto. Tra i docenti di ruolo di distinguono le tre categorie dei professori e delle professoresse di I fascia (ordinari e straordinari), dei professori e delle professoresse di II fascia (associati) e dei ricercatori e delle ricercatrici. Questi ultimi costituiscono il 43,2% del personale docente di ruolo e registrano un aumento negli ultimi anni, parallelo alla diminuzione dei docenti ordinari e associati.

La presenza delle donne nel mondo accademico è in progressiva crescita (dal 2000 al 2010 si registra un aumento del 36%), nonostante queste rappresentino soltanto un terzo circa del personale docente. Significative le differenze tra le tre qualifiche: a risultare più alta è l’incidenza delle donne tra i ricercatori, mentre scende tra gli associati e gli ordinari. Anche il confronto internazionale rispetto a questo indicatore pone l’Italia all’ultimo posto, insieme alla Francia.

Situazione analoga si registra per l’Ateneo pisano. Nella fascia dei ricercatori le donne rappresentano il 43%, in quella degli associati il 34%, mentre in quella degli ordinari soltanto il 17%, una netta asimmetria a sfavore della componente femminile.

Se confrontiamo la presenza femminile del personale docente nelle università italiane e nell’Ateneo pisano, registriamo un leggero ritardo del nostro Ateneo nel processo di parificazione, in particolar modo si evidenzia una più alta crescita delle donne tra la fascia degli ordinari a livello nazionale (dal 19% del 2008 si passa al 35% nel 2011), mentre a livello locale l’aumento registrato è soltanto di 3 punti percentuali.

Salendo il vertice della piramide universitaria e verificando la presenza delle donne tra i direttori di dipartimento, il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione, viene avvalorata la presenza preoccupante di una segregazione verticale. Si tratta di un fenomeno diffuso nel mondo del lavoro dove le donne stentano ad affermarsi nelle posizioni apicali e di potere all’interno delle organizzazioni in cui sono inserite, si tratta del “tetto di cristallo” che impedisce loro di accedere al raggiungimento di posizioni di leadership.

La distribuzione per classi di età e genere evidenzia una prevalenza degli uomini che aumenta con il

progredire dell’età e, probabilmente, della carriera, a livello nazionale, mentre nell’Ateneo pisano sembra crescere, se pur di poco, la presenza femminile tra i docenti di ruolo, in parallelo ad una decrescita di quella maschile, in particolare nella categoria dei ricercatori.Convegno donne 1


Il personale tecnico-amministrativo

Diversamente dal personale docente che si caratterizza al maschile, il personale tecnico-amministrativo di ruolo si configura invece con una forte componente femminile, sia a livello nazionale che locale. Nell’Ateneo di Pisa si registra un'identica percentuale femminile sia per il personale tecnico-amministrativo assunto a tempo indeterminato, sia per quello con contratto di lavoro a tempo determinato.

Se distinguiamo la distribuzione del personale per categorie, si nota una più elevata percentuale di donne nella categoria D e in quella C, mentre minore la loro presenza nei ruoli apicali, così come nei ruoli meno qualificati.

Distinguendo ulteriormente la distribuzione del personale T.-A. per aree funzionali, la più alta percentuale femminile si registra nell’area delle biblioteche (85%), in quella amministrativa e amministrativo-gestionale (79%) (in cui la percentuale supera la media nazionale), dei servizi generali e tecnici (62%) e infine nell’area sanitaria, medico-odontoiatrica e socio-sanitaria (55%) , minore tuttavia nell’ambito della dirigenza amministrativa.

Infine un riferimento va al titolo di studio del personale tecnico-amministrativo: i dati evidenziano una più elevata presenza di donne con licenza media superiore e dottorato, confermando il dato nazionale che vuole le donne più capaci in termini di capitale culturale, sebbene a questo non corrisponda un uguale riconoscimento in posizioni dirigenziali e di responsabilità.


Conclusioni

I dati hanno permesso di evidenziare le resistenze presenti nel nostro Ateneo rispetto a un percorso di parificazione di genere nelle carriere universitarie, sia in riferimento al personale docente che al personale tecnico-amministrativo. Complessivamente si è registrata la presenza di una duplice segregazione orizzontale e verticale: si manifesta infatti da un lato una non equa distribuzione delle donne nei settori e negli ambiti occupazionali, dall’altro la difficoltà per le donne di accedere ai ruoli di responsabilità. Riguardo la prima dinamica si nota come il personale docente femminile tenda a concentrarsi nelle facoltà umanistiche, in riferimento alla seconda dinamica invece si è potuto osservare come all’interno del personale tecnico-amministrativo a una più alta preparazione formativa delle donne non corrisponda una loro presenza nei ruoli dirigenziali. Parallelamente se aumentano le ricercatrici, minima è la presenza delle professoresse di I e II fascia rispetto agli uomini.

La lenta ascesa delle donne tra il personale docente che si registra negli ultimi anni sembra incentivare un cambiamento nel sapere che può condurre all'eliminazione delle barriere che ostacolano le carriere femminili. È tuttavia necessario per questo fine che l’Università favorisca strumenti di rilevazione, formazione e divulgazione per l’approfondimento della dimensione di genere e delle problematiche presenti nel mondo accademico in riferimento alle disuguaglianze sociali.

Rita Biancheri
presidente del Comitato Pari Opportunità dell'Ateneo

L'Università di Pisa ha visto accolte in pieno le sue tesi in sede di Tar Toscana, sia per quanto riguarda l'elettività dei componenti del Consiglio di Amministrazione, che per l'istituzione delle Commissioni paritetiche nei corsi di studio. La sentenza del giudice amministrativo regionale, pubblicata giovedì 31 gennaio 2013, ha infatti respinto definitivamente il ricorso promosso dal MIUR, riconoscendo di conseguenza la legittimità di tutte le norme del nuovo Statuto dell'Ateneo e della scelta di procedere già da tempo all'istituzione degli organismi da esso previsti.

La questione centrale riguardava le modalità di individuazione dei componenti del Consiglio di Amministrazione, che, secondo il Ministero, non avrebbero potuto essere individuati attraverso una procedura elettorale, ma soltanto per designazione da parte del rettore. Nello smentire seccamente tale indirizzo, il Tar ha richiamato gli argomenti utilizzati dall'Ateneo nella sua difesa, affermando che "ai fini della scelta dei consiglieri di amministrazione diversi dal rettore e dai rappresentanti degli studenti, l'Università può liberamente prevedere meccanismi di elezione da parte delle proprie componenti". Ha anche aggiunto che tale soluzione "non compromette affatto la tecnicità del Consiglio di Amministrazione".

Il Ministero aveva inoltre contestato la scelta statutaria di prevedere delle Commissioni paritetiche in ciascun corso di studio, in aggiunta a quelle istituite in Ateneo e nei venti dipartimenti. Su questo punto, il Tar ha invece sottolineato che tali Commissioni, ancorché non previste dalla legge Gelmini, rientrano nelle scelte discrezionali che ogni Ateneo è libero di compiere nella più assoluta libertà.

La sentenza del Tar Toscana ha dunque confermato e rafforzato la legittimità di alcune scelte organizzative strategiche compiute dall'Università di Pisa con l'adozione del nuovo Statuto, a cominciare da quella di individuare i componenti dei propri organi di governo attraverso procedure democratiche. Su un piano più generale, essa ha ribadito il principio dell'autonomia di ogni università, affermato già in sede di Costituzione, di darsi un proprio ordinamento nei limiti posti dalla legge.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
TirrenoPisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it

Musei della Grafica di Pisa e di Storia naturale di CalciIl Museo della Grafica di Pisa e il Museo di Storia Naturale di Calci hanno ottenuto il riconoscimento di "musei di rilevanza regionale" dalla Regione Toscana. L'accreditamento è stato conseguito a seguito della dimostrazione di una serie di requisiti e sulla base dei risultati conseguiti dai due musei in termini di attività espositiva, customer satisfaction, visite guidate, laboratori didattici, affluenza di visitatori, accessibilità ai disabili e report di fruizione.

Fra i dati più significativi che hanno portato a questo risultato spiccano ad esempio i 128 laboratori didattici organizzati dal Museo della Grafica di Pisa nell'anno scolastico 2010-2011 e a cui hanno partecipato quasi 2.500 alunni, in particolare bambini delle scuole d'infanzia e primarie. Altrettanto significativi gli eventi espositivi: 12 in tutto nel 2011 di cui 5 dedicati al personaggio di Pinocchio con il ciclo "C'era una volta... un pezzo di legno". Per quanto riguarda il Museo di Storia Naturale di Calci, nell'anno scolastico 2010-2011 i progetti didattici e le visite guidate sono state 607 per un totale di 13.500 partecipanti, soprattutto di bambini delle scuole primarie.

"Il riconoscimento della Regione Toscana – ha detto l'avvocato Sabrina Balestri, coordinatore del Sistema Museale dell'Ateneo pisano – pone a pieno titolo queste due realtà nel circuito regionale dei musei e ci darà l'accesso a fondi di finanziamento regionali. Per il futuro, il nostro obiettivo è l'accreditamento di tutto il sistema museale dell'Università".

 

Bruno PontecorvoA cento anni dalla nascita del fisico Bruno Pontecorvo il Dipartimento di Fisica dell'Università e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare intendono promuovere un ciclo di iniziative per ricordare la figura di questo grande scienziato pisano. Il primo appuntamento è il 31 gennaio alle 11.00 al Dipartimento di Fisica (Via Buonarroti 2, edificio C, aula 131) con il seminario di Nadia Robotti, professoressa di Storia della Fisica all'Università di Genova. Nel corso dell'incontro sarà ricostruita l'attività scientifica svolta da Bruno Pontecorvo presso il Regio Istituto di Fisica di Roma a partire dalla sua laurea nel novembre 1933 fino alla sua partenza per l'Institute du Radium di Parigi nell'aprile 1936.

Bruno Pontecorvo nacque a Pisa il 22 agosto 1913 ed morì a Dubna, in Russia, nel 1993. Allievo di Fermi e suo assistente più giovane nel gruppo dei "ragazzi di via Panisperna", ha segnato grazie ai suoi studi una parte importante della Fisica moderna portando idee profondamente innovative, in particolare, nella Fisica del Neutrino.

"Ma della vita di Pontecorvo, avventurosa e ricca di incontri ed esperienze in tutti i Paesi che nel mondo erano all'avanguardia nella Fisica Nucleare – spiega Marco Maria Massai, docente di fisica sperimentale dell'Ateneo pisano - se ne è parlato molto anche a causa della sua scelta, nel 1950, di trasferirsi in Unione Sovietica; scelta che per molti anni ha alimentato ipotesi, sospetti e illazioni sulle motivazioni e le modalità con le quali è avvenuta".

Fra gli eventi futuri per ricordare questo grande scienziato pisano è previsto un simposio internazionale, organizzato in collaborazione con il JINR di Dubna, dove Pontecorvo ha lavorato fino alla sua morte, che si terrà in settembre a Pisa. E' inoltre in cantiere una mostra per illustrare la sua vita e le sue ricerche, ma anche la sua complessa storia famigliare. Industriali tessili in Pisa fin dalla seconda metà dell'Ottocento, i Pontecorvo sono ricordati anche per gli altri due fratelli di Bruno. Gillo, indimenticato e raffinato regista, e Guido, grande genetista che ha raggiunto una fama internazionale della patria di adozione, la Gran Bretagna, dopo essere fuggito, come molti altri ebrei, dall'Italia durante il fascismo.

Ne hanno parlato:

La Nazione Pisa
Il Tirreno Pisa

il manifesto

Nazione.it

Tirreno.it

PisaToday.it

conferenza MITProgetti di ricerca comuni, borse di studio e scambi per studenti e ricercatori, circolazione di idee e conoscenza: con un accordo quadro presentato il 28 gennaio, l'Università di Pisa e il Massachusetts Institute of Technology di Boston uniscono forze e competenze per dare un impulso comune alla ricerca. Per l'Ateneo pisano questa collaborazione è particolarmente rilevante sia per il prestigio di cui gode il MIT, che è universalmente riconosciuto ai vertici tra le università di ricerca del mondo, sia perché nel nostro Paese esso aveva finora all'attivo collaborazioni su progetti specifici solo con i Politecnici di Milano e Torino, e Pisa è dunque la prima Università generalista italiana a sottoscrivere una partnership di rilievo più ampio. La convenzione, di durata triennale, riguarderà tutte le aree scientifiche, con priorità ai settori dell'Energia, dell'ICT e delle Scienze della vita, che fanno diretto riferimento a tre dei distretti tecnologici toscani. Essa fa parte del MIT-Italy Program, il programma del MIT il cui scopo è creare per studenti e docenti opportunità di collaborazione con istituzioni italiane di eccellenza.

conferenza MIT L'accordo è stato illustrato nella sede pisana di Palazzo alla Giornata dal rettore Massimo Augello, dal co-direttore del MIT-Italy Program, Serenella Sferza, e dal prorettore per la Ricerca applicata e l'innovazione, Paolo Ferragina, che è stato il promotore dell'iniziativa per conto dell'Ateneo pisano. "In una fase in cui il sistema universitario italiano soffre per i ripetuti tagli del finanziamento pubblico, l'Ateneo pisano continua nella sua scelta di investire risorse nei settori strategici. L'accordo con il MIT prevede da parte dell'Università di Pisa un significativo stanziamento iniziale, che sarà destinato soprattutto a supportare la ricerca e i giovani ricercatori dell'Ateneo. La collaborazione con una delle istituzioni universitarie più prestigiose al mondo, all'avanguardia in molti settori disciplinari, è anche un esempio di come abbiamo voluto impostare e realizzare la nostra politica per quanto riguarda il settore dell'internazionalizzazione".

conferenza MIT "Siamo orgogliosi di poter avviare questa cooperazione con l'Università di Pisa - ha aggiunto Serenella Sferza – che è un'istituzione eccellente con forti legami con il tessuto imprenditoriale locale e una solida reputazione internazionale in diversi dei settori di interesse del MIT. Quello con l'Italia è uno dei programmi finora più piccoli dei 12 attivati – tra i quali spiccano quelli rivolti all'India, alla Cina, al Brasile, alla Germania e alla Francia - ma il nostro è un impegno convinto per mantenere l'Italia nella mappa delle collaborazioni strategiche del MIT e per sostenere i molti docenti del MIT interessati a lavorare con l'Italia".

Il progetto MIT-UNIPI sosterrà in particolare la promozione di collaborazioni di ricerca tra i docenti del MIT e quelli dell'Università di Pisa su progetti aperti a tematiche nuove e avanzate. I contributi privilegeranno nuove collaborazioni, con fondi che potranno essere utilizzati per spese di viaggio e soggiorno, così come per le tasse degli studenti in visita al MIT. Il MIT-Italy Program aiuterà la creazione di contatti tra ricercatori del MIT e dell'Università di Pisa con interessi simili. Saranno finanziati inoltre stage e borse di ricerca, a copertura delle spese di viaggio e soggiorno presso l'Università di Pisa sostenute dagli studenti del MIT e dai ricercatori che lavorano su progetti comuni.

Ne hanno parlato:
Repubblica Firenze
Corriere Fiorentino
L'Unità Toscana
Tirreno
Quotidiano Nazionale
Tirreno Pisa
InToscana.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it

 

conferenza MITShared research projects, scholarships, exchange of students and researchers, circulation of knowledge and ideas: thanks to a framework agreement presented on 28 January 2013, the University of Pisa and the Massachusetts Institute of Technology of Boston join forces and competences to give impulse to joint research projects. For the University of Pisa this agreement is particularly important, both because of the universally recognised prestige MIT among the very finest research universities in the world, and also because in our country until now MIT has collaborated only on specific projects with the Polytechnic Universities of Milan and Turin. Thus Pisa becomes the first large general Italian university to sign a broad partnership agreement with MIT. The agreement, for three years, will regard all disciplines, beginning with the key sectors -- Energy, ICT and Life Sciences -- directly linked to three Tuscan Technological districts. The agreement pertains is part of the MIT-Italy Program, MIT's program that aims to create opportunities for students and teachers to work with prestigious Italian institutions of research and higher education.

conferenzaMIT2The agreement was presented at the Palazzo alla Giornata (where the Rectorate of the University of Pisa is located) by Rector Massimo Augello, by Serenella Sferza, co-director of the MIT-Italy Program, and by the Vice-Rector for Applied Research and Innovation, Paolo Ferragina, who promoted the initiative on behalf of the University of Pisa. "At a time when the Italian University System is suffering because of repeated cuts in public financing, the University of Pisa continues to invest resources in strategic sectors. The agreement with MIT foresees that the University of Pisa will make an important initial investment, devoted above all to supporting research and the University's young researchers. The collaboration with one of the most prestigious Universities in the world, a leader in many disciplinary areas, is an example of how we have planned and implemented our internationalisation policies".

conferenza MIT "We are proud to be able to begin this cooperation with the University of Pisa – adds Serenella Sferza – which is an excellent institution with strong links with local enterprise and a solid international reputation in various sectors of interest to MIT. The program with Italy until now has been one of the smallest of the 12 we have set up – among which those involving India, China, Brazil, Germany and France stand out – but we are very committed to keeping Italy on the map of MIT's strategic collaborations and to supporting the numerous MIT faculty members who are interested in working with this country".

The MIT-UNIPI project will give particular support to collaboration between MIT and University of Pisa staff on projects involving new and advanced directions of research. The contributions will be aimed at new joint research initiatives, with funds that can be used for travel and subsistence, as well as for fees for students who visit MIT. The MIT-Italy Program will foster contacts between researchers of the two institutions who have similar interests. Research and placement fellowships will be financed, to cover the costs of travel and subsistence at the University of Pisa for the MIT students and researchers who will work on the joint projects.

Stefano Ciuti e Paolo Caturegli La rete in fibra ottica dell'Università di Pisa si apre al futuro, attraverso l'adozione di nuove tecnologie che sfruttano in maniera esponenziale le potenzialità della banda e che d'ora in poi renderanno possibile lo sviluppo di servizi altamente innovativi. Negli scorsi giorni, i tre circuiti del POP pisano (Point of Presence, ovvero il punto di concentrazione della rete della ricerca pisana, gestito dall'università) sono infatti passati da 1 a 10 Gb, con un sistema dotato di macchine DWDM (Dense Wavelength Division Multiplexing) in grado di decuplicare questa velocità fino ad arrivare a 160 Gb. Entro i prossimi due anni, le prestazioni cresceranno ancora da 10 a 40 Gb.

Il potenziamento della rete pisana fa parte del progetto nazionale "GARR-X", che mira a estendere in tutta Italia l'infrastruttura in fibra ottica dedicata alla comunità dell'università e della ricerca. La rete potrà assicurare l'interazione e la fornitura di servizi con le reti della ricerca in Europa e nel resto del mondo. Potrà poi servire per costruire in tempi rapidi dei circuiti, autonomi e protetti, specificatamente dedicati a gruppi di ricerca nazionali e internazionali per lo scambio e la condivisione delle conoscenze. Sarà infine possibile garantire l'accesso, in modo semplice e sicuro, a infrastrutture di calcolo scientifico, grandi banche dati e ad altre risorse distribuite.

Nell'ambito del GARR, la rete dell'Ateneo non fa solo da riferimento per tutte le università e gli enti di ricerca dell'area pisana, oltre che per molte scuole superiori del territorio. Come perno della dorsale tirrenica, costituisce infatti uno snodo nevralgico per l'intera rete italiana della ricerca, pari per importanza ed eccellenza ai soli centri di Roma, Milano, Bologna e Napoli. Essendo uno dei pochissimi casi in cui l'Università è proprietaria della rete in fibra ottica, con capacità potenzialmente illimitate, Pisa rappresenta infine un modello a livello nazionale e una sede di sperimentazione di tecnologie e servizi di avanguardia.

fili rete internetSi conferma così il significato strategico della scelta operata oltre venti anni fa dal Centro SerRA dell'Università di Pisa che, sotto l'impulso del professor Giuseppe Pierazzini e di un piccolo gruppo di ricercatori e tecnici dell'allora dipartimento di Fisica, decise di scommettere su una rete proprietaria in fibra ottica che puntasse sullo sviluppo di servizi innovativi e altamente tecnologici. Nel tempo quell'intuizione si è andata strutturando in una rete che oggi è formata da oltre 3.500 chilometri di fibra ottica, con 60 chilometri di canalizzazioni, e che collega in modo capillare tutti gli edifici universitari e le principali sedi istituzionali del territorio pisano. L'eredità iniziale è stata raccolta e sviluppata, con lo stesso impegno e la stessa passione, dalla Direzione informatica, telecomunicazioni e fonia - ICT dell'Ateneo, diretta da Stefano Suin e coordinata per questi aspetti da Paolo Caturegli, non a caso due dei protagonisti del gruppo pioneristico degli anni Novanta.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it

Il 19 settembre 2012 l'Università di Pisa ha registrato un cambiamento significativo, passando da un assetto basato su undici facoltà e 48 dipartimenti a uno imperniato su 20 nuove strutture dipartimentali, che prevedono un numero minimo di cinquanta fra docenti e ricercatori e che accorpano ruoli e funzioni in precedenza suddivisi. Le facoltà hanno costituito nel tempo il cardine intorno al quale si è sviluppato l'Ateneo pisano; è proprio nelle facoltà che si è andata costruendo quell'eccellenza degli studi che contraddistingue da sempre la nostra Università, attraverso "scuole" di pensiero all'avanguardia in campo nazionale e internazionale.
È stato chiesto ai presidi uscenti di raccontare la storia delle loro facoltà con riferimento ai personaggi di spicco e alle vicende più significative. Un ricco apparato iconografico, con immagini storiche e recenti, completa il volume pubblicato dalla Pisa University Press dal titolo "L'organizzazione dei saperi all'Università di Pisa".
Vai alla scheda del volume.

Con i contributi di:
Eugenio Ripepe - La facoltà di Giurisprudenza
Mario Petrini, Gianfranco Natale - La storia della facoltà di Medicina e Chirurgia
Alessandro Poli - La facoltà di Medicina Veterinaria
Maurizio Iacono, Carlo Da Pozzo - La facoltà di Lettere e Filosofia
Manuela Giovannetti - La facoltà di Graria dell'Università di Pisa: 172 anni di eccellenza
Claudia Martini - La storia della facoltà di Farmacia a Pisa
Paolo Rossi - Le quattro stagioni degli scienziati pisani. La facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Pierangelo Terreni - La facoltà di Ingegneria
Dianora Poletti - La facoltà di Economia
Bruno Mazzoni - La facoltà di Lingue e Letterature Straniere
Claudio Palazzolo, Romano Paolo Coppini, Alessandro Breccia - Gli studi delle scienze politiche nella storia post-unitaria dell'Università di Pisa

Qui di seguito pubblichiamo l'Introduzione al volume del rettore Massimo Augello.
 

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Cover Strenna 2013

Il 19 settembre 2012 l'Università di Pisa ha registrato un cambiamento significativo, passando da un assetto basato su 11 facoltà e 48 dipartimenti a uno imperniato su 20 nuove strutture dipartimentali, che prevedono un numero minimo di cinquanta tra docenti e ricercatori e che accorpano ruoli e funzioni in precedenza suddivisi. Si tratta di uno degli esiti derivati dall'applicazione della legge 240 del dicembre 2010, sulle "Norme in materia di organizzazione delle università", che riguarda sia il tema della governance universitaria, sia quello dell'articolazione interna degli atenei. In particolare su quest'ultimo aspetto, la legge si è mossa nell'ottica della semplificazione, concentrando nel nuovo dipartimento le attività di ricerca e di didattica, e quelle rivolte all'esterno. Si è venuto così a superare il modello introdotto più di trenta anni fa, con la riforma del 1980, che prevedeva un doppio binario tra la didattica, che continuava a essere coordinata dalle tradizionali facoltà, e la ricerca, affidata invece ai nascenti dipartimenti. Da allora le facoltà hanno rappresentato le strutture deputate all'organizzazione e al coordinamento delle attività didattiche, oltre che alla gestione dei posti di ruolo di professore e di ricercatore, e hanno anche rappresentato un punto di riferimento fondamentale per gli studenti, offrendo opportunità per le sempre più frequenti relazioni con il mondo esterno all'università.

Il recente passaggio dalle facoltà ai nuovi dipartimenti costituisce una tappa fondamentale nell'impegnativo percorso che l'Università di Pisa sta affrontando ormai da diversi mesi. Contestualmente all'emanazione del nuovo Statuto, alla rimodulazione della governance e alla riorganizzazione del personale e degli spazi, questa scelta va a incidere in maniera profonda sulla realtà accademica, rendendo concreta quella che ho più volte definito una stagione di "cambiamento epocale". Non si tratta infatti solo di un mero adeguamento ai dettati normativi, quanto piuttosto un impegno tenace capace di cogliere tutte le occasioni che la legge 240 offriva. Ci siamo perciò prefissi l'obiettivo di un rinnovamento non di facciata, ma un aggiornamento incisivo che rispondesse alle mutate esigenze della società contemporanea, con particolare riferimento ai temi dell'innovazione da un lato e dell'internazionalizzazione dall'altro. Occorreva inoltre che l'insieme della nostra comunità accademica avvertisse questo percorso come una straordinaria opportunità di crescita e di miglioramento. Solo puntando sulla modernizzazione, infatti, le università italiane potranno recuperare un ruolo decisivo all'interno della società, proponendosi come risorsa strategica in una fase tanto delicata e difficile per il Paese e per l'avvenire delle giovani generazioni. Potremo così affrontare con serenità le sfide di una competizione globale che si affaccia sempre più nitida sull'orizzonte degli scenari futuri. In questo processo l'Università di Pisa potrà porsi come protagonista quanto più riuscirà a coniugare la solidità della sua tradizione secolare con le spinte verso il nuovo.

Al nostro Ateneo va d'altra parte riconosciuta la mai interrotta capacità di interpretare la tradizione alla luce delle novità che andavano maturando nel corso dei tempi sia all'interno che all'esterno del mondo universitario. È questo un elemento costante nella storia di tutte le facoltà pisane, alcune delle quali furono istituite persino prima della nascita ufficiale dell'Università nel 1343, mentre l'istituzione di altre risale solo a pochi decenni fa. Questa disparità cronologica non ha tuttavia impedito una visione comune su problemi e temi fondamentali della politica universitaria. Le facoltà hanno costituito nel tempo il cardine intorno a cui si è sviluppato l'Ateneo pisano, innanzitutto per la loro funzione legata all'elaborazione e alla trasmissione del sapere ancorandolo ad una visione rigorosamente critica. È proprio nelle facoltà che si è andata costruendo quell'eccellenza degli studi che contraddistingue da sempre la nostra Università, attraverso l'affermazione di "scuole" di pensiero all'avanguardia in campo nazionale e internazionale, attraverso gli esempi e gli insegnamenti di illustri "maestri", attraverso la maturazione e la valorizzazione di giovani talenti.

Le facoltà sono state poi il terreno fertile dove si è realizzato il connubio tra scienza e fermenti ideali e civili, oltre che il luogo deputato alla formazione delle classi dirigenti, locali e nazionali. L'elenco dei parlamentari e dei ministri che si sono laureati o hanno insegnato a Pisa, molti dei quali sono citati nelle pagine di questo volume, testimonia la centralità che il nostro Ateneo ha avuto nel dibattito culturale e politico durante la storia del Paese. È sufficiente ricordare il contributo offerto nella fase di costruzione dello Stato unitario dall'eroico episodio di Curtatone e Montanara, gli altissimi rappresentanti istituzionali che si sono succeduti nel periodo repubblicano, con i presidenti della Repubblica Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi, o ancora i fermenti e le passioni che animarono il '68 pisano. Tutto questo a dimostrazione che nell'Università di Pisa il sapere non è mai stato solo inteso come uno strumento per comprendere il mondo circostante, ma anche per trasformarlo.

È dunque sull'eredità quanto mai viva delle facoltà che abbiamo innestato il percorso che ha portato all'istituzione dei 20 nuovi dipartimenti, caratterizzati in senso mono o pluridisciplinare. Alcuni di essi sono una sostanziale trasposizione delle precedenti facoltà: penso a Giurisprudenza, a Farmacia, a Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, a Scienze politiche, a Scienze veterinarie e per molti versi anche a Economia e management. Altri derivano invece dalla suddivisione delle aree disciplinari più ampie, come nel caso di Ingegneria (da cui sono scaturiti i tre dipartimenti di Ingegneria civile e industriale, di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni e di Ingegneria dell'informazione), di Medicina e chirurgia (che ha portato alla creazione dei tre dipartimenti di Medicina clinica e sperimentale, di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica e di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologia in medicina e chirurgia) e soprattutto di Scienze matematiche fisiche e naturali (da cui sono derivati ben sei dipartimenti: Biologia, Chimica e chimica industriale, Fisica, Informatica, Matematica, e Scienze della terra). Altri ancora si fondano su un più attuale intreccio di discipline e settori finora organizzati con modalità differenti, come nel caso delle ex facoltà di Lettere e filosofia e di Lingue e letterature straniere, da cui sono scaturiti i dipartimenti di Civiltà e forme del sapere e di Filologia, letteratura e linguistica.

Spetterà ora a noi tutti il compito di individuare una giusta formula per adeguare concretamente il modello dipartimentale alle singole realtà, trovando ad esempio forme di raccordo unitario, come potrebbe essere per i dipartimenti di area medica, e comunque mettendo in campo tutta la progettualità e la visione strategica di cui ogni ambito disciplinare è dotato. In questo senso, sarà fondamentale sia un'opera di modernizzazione rispetto a saperi che si stanno evolvendo profondamente e modificando con grande velocità, sia la capacità di valorizzare i processi di aggregazione disciplinare.

L'Ateneo e i nuovi dipartimenti hanno davanti a sé sfide cruciali, ma affascinanti; riusciremo a vincerle se saremo in grado di recuperare gli aspetti più costruttivi e innovativi espressi dalle esperienze delle facoltà. Dovremo da un lato dimostrarci capaci di mantenere e accrescere l'eccellenza della produzione scientifica e di insegnamento, coniugandola con la volontà di incidere nel più ampio contesto culturale, civile e politico del Paese. Dall'altro, dovremo promuovere un'integrazione sempre più vasta e incisiva con il mondo circostante, proponendoci come interlocutori privilegiati nei confronti delle istituzioni e delle realtà produttive operanti sul territorio pisano e toscano, soggetti attivi nel contesto internazionale e globalizzato con cui troveremo a relazionarci e a competere sempre più frequentemente.

Per questo, in un anno tanto denso di eventi significativi per l'Università di Pisa - insieme con la professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi, che ha coordinato i diversi contributi e che ringrazio sentitamente - ho voluto dedicare questo volume alle facoltà, la cui vita affonda nella nostra storia e sulla cui eredità dobbiamo costruire una nuova e solida base per il futuro della nostra Istituzione.

Il Rettore
Massimo Mario Augello

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