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Mercoledì, 14 Luglio 2021 15:12

Vaccinare in carcere per migliorare la salute dei detenuti: lanciato un progetto europeo guidato da Unipi

Con l’obiettivo di aumentare i tassi di vaccinazione nelle carceri di tutta Europa, è stato lanciato nelle scorse settimane il progetto “RISE-Vac: Reaching the hard-to-reach: increasing access and vaccine uptake among the prison population in Europe”, che nei prossimi tre anni opererà per ridurre il numero di nuovi casi di malattie infettive prevenibili da vaccino all’interno della popolazione carceraria. Guidato in Italia dall'Università di Pisa con il supporto delle principali istituzioni accademiche e sanitarie di diversi altri paesi, tra cui i Servizi Sanitari dei Paesi partecipanti, il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea con oltre 1.5 milioni di euro. Il team di ricerca pisano è coordinato dalla dottoressa Lara Tavoschi, ricercatrice in Igiene generale e applicata al Dipartimento di Ricerca traslazionale dell'Università di Pisa e include anche la professoressa Laura Baglietto del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, l’assegnista Davide Petri e la dottoranda Sara Mazzilli

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Il principio chiave alla base del lavoro di RISE-Vac è che la salute nelle carceri è un problema di salute pubblica: molti detenuti trascorrono solo un breve periodo in carcere, con un rapido ricambio e rientro nella società dove possono mettere a rischio di malattia infettiva anche altre persone. Vaccinare i detenuti contro le malattie infettive protegge anche le comunità a cui appartengono. «Più che mai, la pandemia di COVID-19 ha messo in luce la necessità di concepire e attuare interventi preventivi inclusivi – dichiara la dottoressa Lara Tavoschi – Avendo come obiettivo i detenuti, il progetto mira a migliorare lo stato di salute di questa popolazione e ad aumentare la consapevolezza del valore della assistenza sanitaria di qualità nelle carceri quale strumento per contrastare le disuguaglianze in salute e contribuire all'obiettivo globale fissato dall’OMS "Leave no one behind"». 

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Da sinistra: Lara Tavoschi, Laura Baglietto, Davide Petri e Sara Mazzilli. 

Gli operatori sanitari e i ricercatori utilizzeranno metodi basati sui dati epidemiologici e sulle evidenze scientifiche per valutare lo stato dei servizi vaccinali nelle carceri, elaborare linee guida e identificare buone pratiche per programmi di immunizzazione efficaci. Verranno inoltre sviluppate risorse per la formazione e l’istruzione e per migliorare la conoscenza dei vaccini tra i detenuti e personale. «I detenuti hanno tra i più bassi tassi di copertura vaccinale in Europa – continua la dottoressa Tavoschi – Le conseguenze per la loro salute sono tanto maggiori in quanto sono anche uno dei gruppi di persone più a rischio per una serie di malattie infettive che i vaccini possono prevenire. Diversi fattori li rendono più vulnerabili: tendono a provenire da ambienti socialmente svantaggiati, spesso hanno scarsi livelli di istruzione, hanno maggiori probabilità di intraprendere comportamenti ad alto rischio e hanno scarso accesso a cure sanitarie adeguate. Di conseguenza, l'introduzione di programmi di immunizzazione più diffusi, coerenti ed efficaci nelle strutture carcerarie di tutta Europa ha il potenziale per offrire enormi benefici in termini di salute e benessere non solo ai detenuti, ma anche al resto della popolazione generale».

Nell’affrontare il problema, il progetto RISE-Vac riunisce le competenze e l'esperienza di numerosi esperti provenienti da più settori che lavorano nel campo della salute carceraria. I partner del progetto sono: Frankfurt University of Applied Sciences (Germania), ASST Santi Paolo e Carlo Presidio Ospedale San Carlo Borromeo (Milano), Department of Health - Public Health England (UK), National Administration of Penitentiaries (Moldova), Centre Hospitalier Universitaire Montpellier (Francia), Health Without Barriers (Italia), Cyprus National Addictions Authority (Cipro), Ministry of Justice and Public Order - Cyprus Prison Department (Cipro).

 

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Mercoledì, 14 Luglio 2021 11:02

Quattro lauree in tre mesi per lottare contro i tumori dell’apparato gastrointestinale

samuele cannasOttenere sei titoli universitari a 25 anni con il massimo dei voti e la lode. È questo l’obiettivo di Samuele Cannas, studente dell’Università di Pisa e allievo della Scuola Superiore Sant’Anna, che oggi si è laureato in Medicina e Chirurgia con 110 con lode e “dignità di stampa” discutendo, con il Professor Ugo Boggi e la Professoressa Arianna Menciassi, una tesi sulla “Robotic Liver Surgery for Hepatic Resections: from basic principles to advanced robotic design and development”.

Un titolo a cui è arrivato con una media eccellente del 30 e lode e a cui seguiranno, da qui ad ottobre, le lauree in Biotecnologie, Ingegneria Biomedica e la Magistrale in Biotecnologie Molecolari all’Università di Pisa, oltre alla prestigiosa Licenza magistrale in Scienze Mediche della Scuola Sant’Anna. Titoli che si aggiungono alla laurea in Pianoforte conseguita nel 2017 presso il Conservatorio di Cagliari “G.P. da Palestrina” con il voto di 10/10 summa cum laude, nella classe della Professoressa Gabriella Mereu. 

Il tutto per un percorso interdisciplinare nato non per amore dei record – Samuele sarà il primo studente italiano a possedere 6 titoli universitari a soli 25 anni –, ma per realizzare un obiettivo professionale preciso: padroneggiare il nuovo ed emergente uso della robotica nella chirurgia, concentrandosi sui tumori dell’apparato gastrointestinale, con particolare riferimento a pancreas e fegato.  

«Non avrei potuto trovare ambiente più stimolante e arricchente di quello pisano per portare avanti la mia battaglia contro le patologie chirurgiche del tratto gastro-intestinale che rappresentano un problema sociale di proporzioni enormi – ha dichiarato Samuele Cannas - Desidero ringraziare di cuore l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna, il cui supporto non è mai mancato, in particolare durante i momenti più bui della crisi pandemica. Come ci tengo a ringraziare, in modo particolare, il Professor Ugo Boggi e la Professoressa Arianna Menciassi, per il loro supporto e l’infinita umanità, oltre al mio stimato amico, il dottor Carlo Maria Rosati, chirurgo di fama mondiale che per primo conseguì due lauree in parallelo sempre nell'Ateneo pisano».

Samuele ha già ricevuto prestigiosissime offerte dalla Svizzera, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti per portare avanti i suoi studi e che sta attentamente valutando, anche se il suo desiderio è quello, una volta completata la propria formazione, di tornare in Italia.

«Il nostro Paese ha bisogno di studenti appassionati che sanno credere nei propri sogni come Samuele e, prima di lui, Giulio Deangeli - ha commentato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Conseguire quattro lauree in così giovane età, non è un’impresa semplice, specialmente in un Ateneo d’eccellenza come il nostro. Occorrono una dedizione e uno spirito di abnegazione non comuni. Ma è in storie come queste che i nostri ragazzi possono trovare l’ispirazione per realizzare i propri progetti e costruirsi il futuro che desiderano».

«La comunità della Scuola Superiore Sant’Anna – ha sottolineato la Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Sabina Nuti - è orgogliosa dei risultati ottenuti da Samuele Cannas. L’impegno, la tenacia, l’entusiasmo di Samuele sono la dimostrazione che risultati eccellenti possono essere raggiunti e che la propensione all’interdisciplinarietà può nascere in maniera molto precoce negli ambienti che la facilitano. Il successo di Samuele può essere di incoraggiamento per tanti altri ragazzi nel proseguire i loro studi, mettendo le proprie conoscenze a servizio della collettività». 

Già membro dell’Aspen Institute Italia e insignito di numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, come l’onorificenza di Alfiere del Lavoro da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella, Samuele Cannas coltiva fin da piccolo il sogno di diventare un chirurgo. Motivo per cui, nel 2015, insieme al suo migliore amico Giulio Deangeli, arriva a Pisa per iniziare un percorso multidisciplinare disegnato in modo meticoloso.

Come lui stesso ha spiegato, infatti, la laurea in Medicina gli ha fornito le basi e le sensibilità cliniche necessarie a poter adeguatamente interpretare il fenomeno patologico, mentre la laurea in Ingegneria gli garantirà le competenze matematiche indispensabili a traslare la robotica nel campo chirurgico, e infine le lauree in Biotecnologie gli permetteranno d’immergersi nel mondo molecolare delle patologie gastrointestinali. Alla musica e al pianoforte Samuele deve, invece, la capacità di ascoltare e ascoltarsi, nonché l’educazione alla cura dei dettagli e alla raffinatezza tecnica, essenziale nel mondo chirurgico. Insomma, una sintesi indivisibile, emblema di quella multidisciplinarietà che l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna praticano da tempo.

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