Cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino
Venerdì 14 febbraio 2004, Aula Magna Storica della Sapienza

Discorso pronunciato dal Rettore, prof. Marco Pasquali

Cari colleghi, gentili autorità, signore e signori, è già trascorso un anno dalla mia nomina a rettore dell’Università di Pisa. Ricordo che uno dei miei primi atti pubblici fu proprio, in quest’aula, il conferimento dell’Ordine del Cherubino a dieci dei nostri docenti.

Antonio Paparelli, Amedeo Alpi, Pierangelo Terreni, Roberto Santacroce, Franco Batistoni Ferrara, Marco Pasquali, Giorgio  Bellettini, Giuseppe Forasassi, Graziella Soldatini, Giuselle Dell'Agata, Renzo CorticelliLa cerimonia di oggi mi è dunque doppiamente cara, non solo perché ho l’onore di rappresentare l’Università nell’atto di riconoscere questa importante onorificenza a quanti tra noi hanno saputo contribuire significativamente alla vita e al funzionamento dell’Ateneo, e ad accrescerne il prestigio grazie ai loro particolari meriti scientifici; ma anche perché mi offre l’occasione per ritornare su una delle caratteristiche fondamentali dell’Università - ancor più oggi, alla luce delle profonde trasformazioni che hanno attraversato e stanno attraversando il mondo universitario-.

Come ho ricordato anche durante il mio discorso nella recente inaugurazione dell’anno accademico, fin dall’inizio ho posto il tema della ricerca al centro del mio programma di lavoro, ricordando ad ogni occasione come una buona didattica universitaria sia impensabile senza una buona ricerca; una ricerca effettiva e una ricerca effettivamente condotta dal numero maggiore possibile dei docenti; la quale, per ciò che di casuale e di inatteso la caratterizza, è capace di suscitare curiosità ed entusiasmo negli studenti e di contribuire anche per ciò alla “società della conoscenza”.

L’Università di Pisa è, prima di tutto, una Research university, nella quale si fa attivamente molta ricerca e che, sotto il profilo della produzione scientifica, ha una notevole incidenza nazionale.

Sono quindi particolarmente lieto di onorare con questa cerimonia dieci dei nostri docenti che con i loro contributi e la loro attività hanno profondamente arricchito la comunità scientifica pisana e, più in generale, la comunità intera del mondo scientifico.

In questa giornata di festa, il mio pensiero corre tuttavia a due colleghi recentemente scomparsi, entrambi insigniti dell’Ordine del Cherubino, che hanno segnato la vita dell’Ateneo con l’impronta viva e feconda del proprio lavoro di studiosi e di docenti. Il prof. Marco Tangheroni, insignito nel 2001, eccelso medievista e uno degli studiosi che hanno contribuito con la loro straordinaria vitalità intellettuale, al prestigio del nostro Ateneo, in Italia e nel mondo; e il prof. Soldatini, eminente studioso di Chimica agraria e illustre personalità del nostro Ateneo per il quale il Senato Accademico aveva deliberato quest’anno la consegna dell’Ordine del Cherubino e del quale ripercorreremo, tra breve, la carriera accademica e l’attività scientifica.

Come d’abitudine la cerimonia di oggi vuole ricordare la nascita di Galileo Galilei, lo studioso che più di ogni altro è divenuto il simbolo dell’ateneo pisano nei quasi sette secoli della sua storia, tanto è che a lui è intitolata la nostra Scuola di dottorato che prepara dottori di ricerca di alta qualificazione scientifica nelle scienze di base.

A Galileo l’Università è legata quest’anno anche nelle celebrazioni. L’anno accademico 2003/2004 è infatti il 660° dalla fondazione dell’Università di Pisa, ma anche quello in cui si festeggia il 440° anniversario della nascita del famoso scienziato la cui opera è, per tanti aspetti, indicativa di quella compenetrazione e unitarietà dei saperi che rappresenta la natura e la vocazione stessa dell’Università.

Oggi più che mai, nel panorama delle trasformazioni che stiamo vivendo, essa deve mantenere un ruolo unico e cruciale nella promozione della scoperta, nella produzione della ricerca fondamentale - che è il fondamento per le nuove tecnologie ed è quindi anche un motore della crescita economica - custode e trasmettitrice del patrimonio culturale e guida per l’ingresso delle nuove generazioni all’attività lavorativa in quanto in grado di dare loro competenze, abilità e capacità critiche di adattamento.


Ultimo aggionamento documento: 20-Dec-2006