Cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino
Venerdì 15 febbraio 2003, Aula Magna Storica della Sapienza

Discorso pronunciato dal Rettore, prof. Marco Pasquali

Cari colleghi, gentili autorità,

Il Rettore Marco Pasquali Anche quest'anno l'Università di Pisa conferisce a dieci docenti dell'Ateneo l'Ordine del Cherubino, una onorificenza accordata –come recita il regolamento nella sua versione più recente- a quanti “abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio” per i loro “particolari meriti scientifici” o per il loro contributo “alla vita e al funzionamento dell'Università”.
I docenti ai quali l'Ordine del Cherubino è conferito quest'anno sono colleghi nella cui attività il Senato Accademico ha riconosciuto certamente la prima qualità: l'aver recato contributi di particolare rilievo così alla comunità scientifica pisana come all comunità scientifica più vasta e generale.Mi fa piacere che uno dei primi atti formali e pubblici che compio da quando, poche settimane fa, sono stato eletto Rettore, sia la consegna delle insegne del Cherubino per una tale motivazione, perché il tema della ricerca scientifica come attività essenziale, connotante e vorrei dire definitoria dell'Università quale istituzione pubblica di formazione è un tema centrale del programma per il quale l'Università di Pisa mi ha affidato il compito di rappresentarla e di guidarla nel prossimo quadriennio.

Nella versione più recente del regolamento cui mi sono riferito sopra – secondo le modifiche sottoposte all'approvazione del Senato Accademico nella seduta del 6 settembre 1994 – la cerimonia del conferimento dell’Ordine del Cherubino deve “tenersi, di norma, nell’anniversario della nascita di Galileo Galilei” lo scienziato nato a Pisa il 15 febbraio 1564 la cui opera, per tanti aspetti indicativa di una compenetrazione e unitarietà dei saperi, continua a sollecitare la curiosità e l’interesse degli scienziati contemporanei e degli storici del pensiero e della cultura. E’ proprio di questi giorni la pubblicazione di un libro nel quale, analizzando e argomentando intorno all’opera di Galilei, si sostiene che i processi culturali, che siamo spesso abituati a rappresentarci come esiti di progetti caratterizzati da fini tutti ben delineati e previsti, si dovrebbero invece concepire come processi evoluzionistici, nel senso rigoroso che il termine “evoluzionistico” è venuto assumendo dopo la rivoluzione darwiniana e in specie nelle ricerche e negli studi a noi contemporanei: vale a dire, processi che, se perseguono scopi e obiettivi, non producono però esiti tutti consaputi: tutti proposti, tutti previsti in anticipo e da principio. Non mi riferisco qui a questo libro per dichiarare la mia adesione a una tesi storiografica, ma per richiamare a tutti noi che la vera intrapresa scientifica, anche quando è guidata e sorretta dall’attesa di risultati precisi, circostanziati, fortemente determinati, è però sempre caratterizzata da un’attesa critica, pronta ad accogliere la scoperta e a perseguire la valorizzazione di risultati inaspettati o di esiti capaci di inficiare e contraddire gli assunti. Del resto vi sembrerà abbastanza naturale, credo, che io intrattenga ancora per qualche momento la vostra attenzione, prima di passare alla nominazione dei nuovi insigniti dell’Ordine dl Cherubino, con un riferimento che pertiene al mio campo di ricerca. Il 26 febbraio di quest’anno 2003 ricorrerà il centenario della nascita di Giulio Natta. In quest’anno 2003 ricorre il quarantesimo anniversario del conferimento del premio Nobel a Giulio Natta e a Karl Ziegler: una esemplare storia – la storia della loro scoperta del polipropilene, secondo le ricostruzioni più recenti – di un margine di casualità nella immaginazione e nella produzione dell’innovazione scientifica e una esemplare storia della fecondità cui può dar luogo un vero rapporto di collaborazione tra Università e Industria – un rapporto definito da un impegnato e lungimirante investimento da parte di un’azienda e da una grande libertà lasciata ai ricercatori di individuare gli oggetti e i temi del loro proprio lavoro. Un rapporto di questo genere, che si è risolto in un vigoroso impulso dato alla società nazionale, deve essere sempre possibile: e ripensare ad esso in questi anni, spesso definiti come gli anni della “società della conoscenza” può forse aiutarci a guardare con serenità alle distinzioni che tante volte fondatamente facciamo tra diversi tipi e modi della ricerca scientifica.

Insigniti anno 2003

foto insigniti
Prof. Franco Martelli, Facoltà Medicina veterinaria
Prof. Giorgio Levi, Facoltà di Scienze m.f.n.
Prof. Riccardo Riffaldi, Facoltà di Agraria
Prof. Roberto Barsotti, Facoltà di Giurisprudenza
Prof. Francesco Orlando, Facoltà di Lettere e filosofia


Prof. Paolo Ferrari, Facoltà di Ingegneria
Prof. Jacopo Tomasi, Facoltà di Scienze m.f.n.
Prof. Enrico Manfredi, Facoltà di Ingegneria
Prof. Mario Campa, Facoltà di Medicina e chirurgia
Prof.ssa Laura Martein, Facoltà di Economia


Ultimo aggionamento documento: 20-Dec-2006