Accesso aperto

L’Università di Pisa promuove l’accesso aperto alla letteratura scientifica, facendo propri i suoi principi di fondo:

  • la conoscenza è un bene comune
  • i risultati di ricerche finanziate da enti pubblici devono essere pubblicamente accessibili.

L’Università di Pisa ha aderito nel 2004 alla Dichiarazione di Messina del 4 novembre 2004 “Gli Atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura scientifica”, nella quale le università italiane si impegnavano a sostenere la Dichiarazione di Berlino sull’accesso aperto alla letteratura scientifica del 2003.

Nel 2014 ha inoltre sottoscritto la Road Map 2014-2018, documento redatto in occasione del decennale della Dichiarazione di Messina, confermando l'impegno ad attuare politiche istituzionali volte allo sviluppo dell'accesso aperto e alla promozione della visibilità internazionale della ricerca italiana.

L’adesione alle politiche dell’accesso aperto è ribadita nello Statuto dell’Ateneo (art. 4 comma 2) e nel Codice Etico (art. 10).

Le Linee di indirizzo dell'Università di Pisa sull'accesso aperto e il Regolamento per la promozione dell'accesso aperto ai risultati della ricerca scientifica precisano le forme in cui concretizzare questo impegno.

A livello pratico, docenti e ricercatori hanno a disposizione due vie per l’accesso aperto:

  • GOLD OPEN ACCESS: è l'accesso aperto basato sulla pubblicazione dei prodotti della ricerca su riviste Open Access. Gli editori in questo caso richiedono all'autore il pagamento di un contributo, la cosiddetta "open access fee" che garantisce all'editore il mancato introito della vendita della rivista. Purtroppo il costo di questo contributo è spesso non indifferente e quindi questa via non sempre risulta percorribile.
  • GREEN OPEN ACCESS: è un’alternativa gratuita, basata sul deposito in archivi istituzionali (come il nostro Arpi) degli articoli in una forma non ancora definitiva, secondo le condizioni concesse dagli editori. La maggioranza degli editori scientifici ormai supporta la “via verde” all’accesso aperto, permettendo di depositare il PREPRINT (la prima versione dell’articolo, come sottoposto all’editore) o anche – spesso dopo un periodo di embargo – il POSTPRINT o “manoscritto accettato” (versione già sottoposta a peer review e quindi comprensiva di eventuali correzioni, ma ancora non rielaborata dall’editore).
Quasi tutti i grandi gruppi editoriali internazionali hanno sul proprio sito web una sezione dedicata alle loro regole di self-archiving; un valido aiuto in questo senso viene poi dalla banca dati Sherpa/Romeo (www.sherpa.ac.uk/romeo), che è integrata anche in Arpi.

Documenti


IRIS-ARPI Università di Pisa