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presentazione_convegno_DanteSettecento anni fa, nel 1313, le spoglie dell'imperatore Enrico VII venivano sepolte a Pisa dietro l'altaremaggiore del Duomo. Nello stesso anno Dante Alighieri ultimava la stesura del suo trattato politico, la Monarchia. Da questo doppio anniversario nasce il convegno "Enrico VII, Dante e Pisa. A settecento anni dalla morte dell'imperatore e dalla Monarchia (1313-2013)" che si svolgerà tra Pisa e San Miniato dal 24 al 26 ottobre. La tre giorni di studi è organizzata dai dipartimenti di "Filologia, letteratura e linguistica" e di "Civiltà e forme del sapere" dell'Università di Pisa insieme alla Società Storica Pisana con la collaborazione dell'Opera della Primaziale di Pisa, del Comune di Pisa e della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. "Tema centrale del convegno – ha spiegato il professor Marco Santagata dell'Università di Pisa - è la riscoperta di Pisa nella geografia dantesca. C'è un acceso dibattito fra gli studiosi in merito alla stesura de la Monarchia. La nostra tesi è che il trattato politico di Dante fu scritto a Pisa alla corte di Enrico VII e per l'imperatore".

"Se si pensa alle 'città di Dante' - ha aggiunto Santagata - vengono in mente la Firenze della sua nascita, dell'amore per Beatrice e delle lotte politiche e militari cui il poeta prese parte, oppure la Verona scaligera, legata al tema del duro esilio, e poi Ravenna associata alla sua morte. Ma, oltre al Dante delle lotte politiche municipali e a quello esule e sconfitto, c'è un altro meno noto nella cultura diffusa e nell'immaginario collettivo, impegnato in un progetto di costruzione di un nuovo ordine italiano ed europeo, a fianco dell'imperatore Enrico VII". Quindi non solo Dante, ma anche il suo contraltare incarnato nella figura dell'imperatore di Enrico VII, che dal 1312 al 1313 tenne la sua corte a Pisa abitando inizialmente presso l'Arcivescovato, poi nel palazzo della famiglia Gambacorti nell'attuale Corso Italia e infine presso il conte Ranieri di Donoratico in un palazzo non identificato nel quartiere di Santa Caterina. "Di Enrico VII - ha detto il professor Giuseppe Petralia dell'Università di Pisa – cercheremo di dare una lettura storiografica nuova come promotore di pace, impegnato nel tentativo di costituire un ordine superiore rispetto ai particolarismi degli stati italiani dell'epoca".
 

Dante Alighieri

"A livello scientifico – ha concluso il professore Fabrizio Franceschini dell'Ateneo pisano – durante i convegno cercheremo di approfondire la questione dei rapporti politico-culturali tra l'Italia e l'Europa nel pensiero di Dante. Ed è proprio per l'attualità del tema che il convegno si svolge sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica e con la partecipazione nel Comitato d'onore, accanto ai rappresentanti delle istituzioni territoriali, del Presidente del Consiglio Enrico Letta e dei Ministri dell'Istruzione, Università, Ricerca Maria Chiara Carrozza e della Cultura Massimo Bray".

Le prime due giornate del convegno, il 24 e il 25 ottobre, si svolgeranno a Pisa, nella Sala delle Baleari del Comune d Pisa, riaperta per l'occasione dopo un prezioso restauro, e nell'Auditorium dell'Opera del Duomo; la giornata conclusiva di sabato 26 si terrà nell'Auditorium di Palazzo Grifoni a San Miniato. Nel corso delle cinque sessioni previste, studiosi italiani e stranieri illustreranno la situazione dell'Italia e di Pisa al tempo di Enrico VII dal vari punti di vista istituzionale, finanziario, politico, letterario, artistico e culturale.

Il convegno "Enrico VII, Dante e Pisa. A settecento anni dalla morte dell'imperatore e dalla Monarchia (1313-2013)" è stato presentato lunedì 21 nel Rettorato dell'Università di Pisa.Nell'occasione, in rappresentanza del comitato d'onore, erano presenti l'Assessore alla cultura del Comune di Pisa Dario Danti e il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato Guicciardini Salini. In rappresentanza del comitato scientifico sono intervenuti i professori dell'Università di Pisa Giuseppe Petralia, docente di Storia medievale, Marco Santagata, docente di Letteratura italiana, Fabrizio Franceschini, docente di Linguistica italiana e Gabriella Garzella, docente di Storia medievale.

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