Elenco scorciatoie

La donazione Argan
All’Ateneo oltre 600 opere appartenute al grande storico dell’arte

La recente donazione Argan costituisce per l’Università di Pisa un’occasione di particolare rilievo e significato. Si tratta di un prezioso nucleo di oltre 600 tra incisioni e disegni che documentano le amicizie e le relazioni del grande storico e critico d’arte Giulio Carlo Argan (Torino, 1909-Roma, 1992) con generazioni di artisti di diversa formazione e cultura, rappresentativi degli orientamenti dell’arte italiana del secondo ‘900. La raccolta, generosamente donata al nostro ateneo dalla figlia Paola, comprende ad esempio opere di Carla Accardi, Luigi Boille, Giuseppe Capogrossi, Primo Conti, Antonio Corpora, Salvatore Emblema, Umberto Mastroianni, Luciano Minguzzi, Bruno Munari, Concetto Pozzati, Mauro Reggiani, Guido Strazza, Giuseppe Uncini e Emilio Vedova, offrendo così uno scenario emblematico di un momento di particolare intensità e problematicità di quelle ricerche artistiche che hanno trovato in Argan un imprescindibile punto di riferimento critico e teorico.

 

Il valore della donazione si lega dunque, in primo luogo, al pensiero e all’attività di un intellettuale che ha lasciato un’eredità tra le più alte e profonde nella storiografia e nella critica artistica del XX secolo.

Allievo a Torino di Lionello Venturi, nel 1933 Giulio Carlo Argan entrava come ispettore nella Direzione generale delle Belle Arti, diventando soprintendente e ispettore centrale per i Musei e le Gallerie dello Stato. Nel 1956 iniziava la carriera universitaria, prima a Palermo e quindi a Roma, dove dal 1959 coprì la cattedra di Storia dell’arte moderna. Nella sua vasta produzione scientifica, oltre alla celebre Storia dell’arte italiana (1968) che con L’arte moderna 1770-1990 (1970) ha rappresentato il manuale di riferimento per intere generazioni di studenti delle scuole italiane, si segnalano i volumi Henry Moore, 1948; Walter Gropius e la Bauhaus, 1951; Borromini, 1952; La scultura di Picasso 1953; Pier Luigi Nervi, 1955; Brunelleschi, 1955; Fra’ Angelico, 1955; Botticelli, 1957; L’architettura barocca in Italia, 1957; L’Europa delle Capitali, 1964; Salvezza e caduta nell’arte moderna, 1964; Progetto e destino, 1965; Studi e note. Dal Bramante a Canova, 1970; Occasioni di critica, 1981; Storia dell’arte come storia della città, 1983; Da Hogarth a Picasso. L’arte moderna in Europa, 1983; Classico Anticlassico. Il Rinascimento da Brunelleschi a Bruegel, 1984; Immagine e persuasione. Saggi sul barocco, 1986; Michelangelo architetto, 1990.

L’impegno storiografico e critico si è sempre unito a significativi e importanti contributi sui problemi relativi ai beni culturali, all’ambiente, all’educazione e alla formazione. Eletto sindaco di Roma nel 1976 come indipendente di sinistra, ha ricoperto la carica di primo cittadino sino al 1979, per divenire Senatore della Repubblica nel 1983. Nel 1994 sono stati pubblicati i suoi Discorsi parlamentari, mentre nel 2003 a Roma si è tenuto il convegno di studi “Giulio Carlo Argan; progetto e destino dell’arte” e la mostra documentaria “Giulio Carlo Argan (1909-1992). Storico dell’arte, critico militante, sindaco di Roma”.

Si deve al suo impegno di studioso e di intellettuale, mai disgiunto da una convinta e appassionata partecipazione alla vita politica, aver aperto orizzonti nuovi all’arte contemporanea italiana, consentendone un pieno riconoscimento nel contesto di un dibattito internazionale. Se già nell’immediato dopoguerra Argan affrontava con esemplare sintesi interpretativa i temi legati alle avanguardie europee - dal cubismo all’astrattismo, da Picasso a Moore, da De Stijl a Gropius - è con i primi anni ’60 che maturava le profonde riflessioni sulla funzione sociale ed educativa dell’arte attraverso la ridefinizione dei suoi presupposti teorici, laddove il superamento delle problematiche estetiche apriva a un rinnovato interesse per le arti applicate e per i rapporti con la tecnologia e l’industria.

In questa ottica, e per una più vasta diffusione e comprensione del fare artistico in una dimensione di impegno sociale, acquista particolare rilevanza il ruolo dato alla stampa e al multiplo in un’accezione etica ancor prima che estetica. Molte delle stampe della donazione Argan documentano infatti non tanto una specifica attenzione collezionistica - negata, anzi, dalla sua decisa posizione intellettuale - quanto la fitta rete di rapporti di stima e amicizia con gli artisti che ne hanno seguito e condiviso il pensiero critico. Oltre alle opere di alcune delle presenze più rilevanti dell’arte italiana in un arco di tempo che dal dopoguerra arriva ai primi anni ‘80 (da Capogrossi a Vedova, da Conti a Mastroianni, da Munari a Strazza) acquistano ad esempio un particolare significato le opere di alcuni degli artisti del “Gruppo Uno” (Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace, Pasquale Santoro e Giuseppe Uncini), nato a Roma nel 1962 e che trovava proprio in Argan il riferimento teorico.

Non solo, ma il generoso gesto di Paola Argan si collega idealmente a quello con cui la vedova e il figlio di Sebastiano Timpanaro, Maria Timpanaro Cardini e Sebastiano Timpanaro junior, destinavano nel 1957 all’Università di Pisa la collezione di opere grafiche formata dall’illustre scienziato e storico della scienza. La raccolta di incisioni e disegni, che Sebastiano Timpanaro aveva formato nel corso della prima metà del ‘900, documenta un collezionismo attento e raffinato, riflesso di una profonda cultura che sapeva unire scienza, filosofia, arte e letteratura. Al prezioso nucleo di acqueforti di Giovanni Fattori e al corpus rilevante di incisioni ottocentesche, si uniscono infatti disegni e incisioni di molti dei protagonisti di un primo ‘900 vissuto da Timpanaro con intensa partecipazione: da segnalare in talLa Redazione senso i fogli di Renato Birolli, Corrado Cagli, Massimo Campigli, Domenico Cantatore, Felice Carena, Carlo Carrà, Pietro Consagra, Primo Conti, Giorgio De Chirico, Pericle Fazzini, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Marini, Ottone Rosai, Toti Scialoja, Ardengo Soffici, Arturo Tosi, Alberto Viani, Lorenzo Viani, Giuseppe Viviani e Tono Zancanaro, mentre particolare valore assumono le incisioni di Giorgio Morandi e Luigi Bartolini - autori che hanno firmato pagine tra le più emozionanti dell’incisione novecentesca - e le prove grafiche di Eugenio Montale, nate ai tavoli delle “Giubbe Rosse” a Firenze proprio grazie ai suggerimenti dell’amico Timpanaro. Se dalla donazione Timpanaro prendeva corpo il Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa, che con felice intuizione Carlo Ludovico Ragghianti fondava presso l’allora Istituto di Storia dell’Arte, facendo di Pisa un centro d’avanguardia nella conoscenza e nello studio dell’arte contemporanea (si trattava infatti della prima raccolta pubblica italiana di grafica contemporanea), a mezzo secolo di distanza la donazione Argan viene ad arricchire e completare un patrimonio davvero straordinario. Perchè a partire dal 1958 è stato ininterrotto l’accrescimento delle raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe tramite le donazioni degli artisti, subito sollecitate da Ragghianti e prontamente accolte, consentendo l’ingresso di opere di autori come Capogrossi, Fabrizio Clerici, Emilio Greco, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Achille Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Picasso, Aligi Sassu, Vittorio Tavernari, Ernesto Treccani, Emilio Vedova o Alberto Ziveri. Per non parlare del nucleo di disegni dell’architetto Mario Chiattone, così come delle incisioni di antichi maestri, molte delle quali in tirature ottocentesche, concesse in deposito nel 1967 dalla Calcografia Nazionale.

Giuseppe Capogrossi, litografia, 1954.

Giuseppe Capogrossi, litografia, 1954.

Con questa nuova, prestigiosa accessione, il Gabinetto Disegni e Stampe si configura ulteriormente come una delle più importanti raccolte pubbliche di grafica contemporanea, in grado di offrire a studiosi, studenti e appassionati un panorama di ampio respiro sulle ricerche artistiche che hanno percorso tutto un secolo, con notevolissimo livello qualitativo e attraverso il taglio critico e la grande lezione intellettuale e morale di personaggi come Timpanaro, Ragghianti e Argan.

Una collezione che arricchisce - e riempie di giustificato orgoglio - il nostro Ateneo e l’intera città, impegnate in un comune cammino per donare a Pisa una struttura museale originale e di grande suggestione. La donazione Argan, assieme alle opere della raccolta Timpanaro, al nucleo di stampe antiche della Calcografia Nazionale, alle molte donazioni degli artisti al Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa fondato da Carlo Ludovico Ragghianti e a quelle più recenti ma altrettanto prestigiose, andrà infatti a far parte delle raccolte del Museo della Grafica della città di Pisa. Ospitato negli ambienti di Palazzo Lanfranchi, il Museo nasce per volontà del Comune di Pisa e dell’Università di Pisa, che con fattiva collaborazione intendono aumentare l’offerta culturale e turistica con un progetto che integra, a livelli di eccellenza, il sistema museale cittadino. E oltre a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per gli studi sull’arte del XX secolo, il Museo prevede anche una sezione dedicata alla multimedialità e al rapporto tra le nuove tecnologie e la creazione artistica, dal documentario sull’arte alle frontiere attuali dell’arte elettronica.

Al nucleo di opere della donazione Argan verrà dedicata la mostra inaugurale del Museo della Grafica, curata da Luigi Ficacci e da Alessandro Tosi, con contributi critici di Lucia Tongiorgi Tomasi e Antonio Pinelli. Una mostra che, attraverso una selezione di opere della collezione e con importanti e significativi confronti, affronterà il tema della grafica nel secondo ‘900 attraverso l’ottica eccezionale di uno dei protagonisti della cultura contemporanea.

Alessandro Tosi
docente di Storia dell’arte moderna
a.tosi@arte.unipi.it